José Clemente Orozco Le Messe 1935

José Clemente Orozco, insieme a Diego Rivera e David Alfaro Siqueiros, formò il celebre triumvirato dei muralisti messicani. Orozco, il più dedicato incisore dei tre “giganti”, completò una trentina di litografie e venti intagli durante la sua carriera, stampando acqueforti nel proprio studio. Orozco ha trascorso i suoi anni formativi come illustratore disegnando vignette politiche per i giornali di Città del Messico., Più tardi, a New York, è stato incoraggiato da Carl Zigrosser della Galleria Weyhe a fare litografie per raggiungere un pubblico più ampio.

Orozco è stato influenzato principalmente da fonti native: le stampe di José Guadalupe Posada; il simbolismo espressivo dei suoi insegnanti a Città del Messico; il suo lavoro per la stampa locale; e gli orrori della rivoluzione messicana del 1910. Nei primi anni 1920 si unì al nascente movimento muralista, dopo aver completato il suo primo ciclo murale presso la National Preparatory School nel 1916. Il francescano e l’indiano si basa su un dettaglio di questo murale., Mentre Orozco, a differenza dei suoi pari, rifiutava di partecipare al partito comunista, criticava il colonialismo spagnolo con questa immagine, raffigurante un onnipotente missionario che incombe su un fragile indiano, invertendo l’effetto di quello che sembra essere un abbraccio affettuoso. Tra la fine del 1920 e l’inizio del 1930, Orozco visse negli Stati Uniti, dove dipinse murales in California, New York e New Hampshire, ed espose alla Weyhe Gallery e ai Delphic Studios di New York, entrambi i quali pubblicarono le sue stampe.,

Tornato a Città del Messico per completare una commissione murale, Orozco ha sviluppato uno stile sempre più sciolto ed espressivo dalla metà-alla fine degli anni 1930, incorporando caricatura e satira dalle sue prime illustrazioni politiche. Originariamente concepito come una stampa, Le Masse in seguito servito come base per un murale in bianco e nero nella Biblioteca Gabiño Ortíz a Jiquilpan, Messico.

Pubblicazione estratto da un saggio di Harper Montgomery, in Deborah Wye, Artists and Prints: Masterworks from The Museum of Modern Art, New York: The Museum of Modern Art, 2004, p. 125.,

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